Un giorno by David Nicholls

Un giorno by David Nicholls

autore:David Nicholls
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Neri Pozza
pubblicato: 2012-12-25T23:00:00+00:00


Terza parte

1996-2001.

Dopo i trenta.

A volte ti accorgi di stare vivendo i tuoi momenti memorabili, altre volte riemergono dal passato. Idem con le persone.

James Salter, Burning the Days.

10. Carpe diem

Lunedì, 15 luglio 1996.

Ley stone e Walthamstow.

Emma Morley è supina sul pavimento della presidenza: con il vestito raggomitolato intorno alla vita, respira lentamente con la bocca.

«Ah, tra l'altro... La classe ha bisogno di nuove copie del Piccolo Principe».

«Vedrò cosa posso fare» risponde il preside, abbottonandosi la camicia.

«Allora, già che sono qui sulla tua moquette, c'è qualcos'altro di cui desideri parlare? Questioni di bilancio, un'ispezione del ministero? Altri argomenti sui quali vorresti ritornare?».

«Mi piacerebbe tornare su di te» risponde lui, sdraiandosi di nuovo e baciandole il collo. È il tipo di battuta salace in cui il signor Godalming, ovvero Phil, è specializzato.

«E che vuol dire? Non vuol dire niente». Emma se lo scrolla di dosso e si domanda com'è che il sesso, per quanto gradevole, la lasci sempre così di malumore. Rimangono lì immobili per un momento. Sono le sei e mezza di una serata qualsiasi di fine trimestre e in Cromwell Road regna il silenzio inquietante tipico delle scuole a fine lezione. Gli addetti alle pulizie sono già passati e la porta dell'ufficio è chiusa a chiave, ma lei si sente comunque a disagio. Non dovrebbe esserci un qualche tipo di gratificazione, un senso di comunione o benessere? Negli ultimi nove mesi hanno fatto l'amore sulla moquette, sulle sedie di plastica e sulle scrivanie in laminato. Sempre premuroso nei confronti del personale, questa volta Phil ha preso dalla poltrona il cuscino di gommapiuma che adesso si trova sotto i suoi fianchi, ma ciò nonostante un giorno non le dispiacerebbe fare sesso su una superficie normale.

«La sai una cosa?» dice il preside.

«Cosa?».

«Sei una bomba». Per metterci enfasi, le dà una strizzatina ai seni. «Non so come farò senza di te per sei settimane».

«Se non altro la tua moquette avrà un attimo di tregua».

«Sei settimane senza di te». Adesso le strofina la barba contro il collo. «Impazzirò dal desiderio...».

«Be', ti puoi sempre rifare sulla signora Godalming» lo rintuzza lei, sentendo la propria voce, aspra e chioccia.

Si tira a sedere e si abbassa il vestito fino alle ginocchia.

«E poi pensavo che le vacanze lunghe fossero uno dei vantaggi dell'insegnamento. Almeno così mi avevi detto tu, quando ho fatto il colloquio...».

Offeso, la guarda lì sdraiato. «Non fare così, Em».

«Così come?».

«La parte della fanciulla sedotta e abbandonata».

«Scusami».

«Nemmeno a me piace questa situazione».

«Secondo me invece ci sguazzi».

«No e poi no. Non roviniamo tutto, eh?». Le appoggia una mano sulla schiena, come se dovesse consolarla.

«Questa è l'ultima volta che ci vediamo fino a settembre».

«Va bene, ho detto scusami, no?». Per sottolineare il mutamento d'umore, lei si volta e lo bacia, e sta per staccarsi quando lui le stringe una mano intorno alla collottola e la bacia di nuovo con un dolce movimento di perlustrazione.

«Mamma mia, quanto mi mancherai...».

«Lo sai cosa dovresti fare secondo me?» dice lei, con la bocca sulla sua. «Una cosa abbastanza radicale».

Lui la guarda sospettoso. «Dimmi...».

«Questa estate, appena finito il trimestre.



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